Oggi in comunità abbiamo proposto ai nostri ospiti la visione del cortometraggio: “il circo della farfalla”. Un racconto che parla di limiti, di consapevolezze e di sviluppo ma soprattutto di come la nostra vita può essere fonte d’ispirazione negli altri anche nei momenti di maggior sofferenza…
Buona Visione
Marta
Cosa siamo ?Cosa ci accomuna? Perché siamo stati così ciechi?
Un po’ come la farfalla che esce dal bozzolo, anche per noi a volte nella vita può scattare un click, magari se ci fermiamo un attimo… si, prima dobbiamo fermarci un secondo e guardare noi stessi e chi ci è vicino, riconoscendoci reciprocamente con i nostri limiti e con tutte le nostre risorse. E’ solo connettendoci all’altro e rischiando la relazione che possiamo iniziare a risalire, a costruire di nuovo, anche quando pensiamo di aver toccato il fondo.
Per poter evolvere è importante imparare a fare la fatica di accettare la mano degli altri, perché troppo spesso non l’abbiamo riconosciuta e ci siamo chiusi nella nostra sofferenza pensando che nessuno potrà mai capire il nostro “andare avanti”.
Ci piace pensare all’immagine della farfalla…anzi ci piace pensarci “come se fossimo tante farfalle con una sola ala che solo abbracciandosi riescono a volare”.
La vita ci riserva molti ostacoli, sia a livello fisico che psicologico ed arriva il momento di chiedere aiuto, ma se continuiamo a restare dentro ai nostri automatismi, capita che non riusciamo a cogliere la mano tesa dell’altro, rischiando di rimanere bloccati per paura di ciò che non conosciamo. La trappola è che è molto più facile restare nel noto,anche se il noto ci porta sempre più giù facendoci sentire costantemente “…persi nell’astratto come schizzi di Kandinskj…”, quindi la domanda che oggi ci poniamo è: i progetti falliscono e le persone possono abbandonarci, come possiamo sopravvivere a tutto questo?
Gli Ospiti della Comunità Rajo