La mia cifra stilistica nel lavoro si è sempre basata su comunicazione, relazione e emozione (tra i vari modelli pedagogici il mio preferito è quello CO.R.EM., che ne è il perfetto acronimo) e sull’empatia (il mio riferimento è Goleman). Queste sono le “carte” ovvero i miei strumenti con cui ho sempre “giocato” nel mio lavoro. Poi all’improvviso è arrivato questo maledetto virus che come un soffio di vento le ha sconvolte, sparpagliate, sgualcite, ha provato persino a nasconderle. Inoltre ne ha aggiunte anche altre: la paura, la mia, dei miei utenti e delle loro famiglie di essere contagiati e di contagiare; l’ansia e la tristezza per ciò che sta accadendo purtroppo; l’incertezza del futuro; la fatica di trovare altri mezzi e altre modalità per continuare a svolgere il mio lavoro. Il virus ha provato anche ad aggiungere la lontananza, ma questa non gliel’ho concessa. L’ho strappata e l’ho sostituita con la distanza fisica (non certo emotiva), necessaria per tutelare noi stessi e il prossimo. Ora mi ritrovo con queste carte e con queste sto cercando di ridisegnare e ripensare il mio lavoro. Non è facile ve lo assicuro. Ma non mollo, non me lo posso permettere e neanche lo voglio fare. Allora continuo a lavorare da casa, con chiamate, WhatsApp e pc. Condivido così con i miei ragazzi le giornate in quarantena, tra racconti, condivisioni e pensieri. Sono momenti che servono a me e a loro per riprendere quel po’ di normalità e di socialità, per mantenerci in contatto, per non sentirci soli e per ritagliarci anche momenti di spensieratezza. Sentirmi dire “Mi manchi. Non vedo l’ora di rivederti. Quando tutto questo finirà allora faremo insieme….” dà ancora più senso al mio lavoro e mi incoraggia a fare meglio e di più. Ora abbiamo tutti bisogno della forza per affrontare il presente e la speranza per un futuro migliore. Ora questi sono i miei nuovi obiettivi. Concludo con due citazioni: “Se io avessi una botteguccia fatta di una sola stanza vorrei mettermi a vendere sai cosa? La speranza.
“Speranza a buon mercato!” Per un soldo ne darei ad un solo cliente quanto basta per sei. E alla povera gente che non ha da campare darei tutta la mia speranza senza fargliela pagare. (Gianni Rodari)”
“La speranza ha due bellissimi figli: lo sdegno e il coraggio. Lo sdegno per la realtà delle cose, il coraggio per cambiarle. (Sant’Agostino)”
Silvia Sansoni, educatrice della cooperativa sociale CIPSS di Narni Scalo (TR)